Questo potrà sembrare esagerato agli occhi di molti, ma credo sia una distinzione importante da fare, sottovalutata da molti, anche per spiegare meglio l’importanza di altre statistiche nei prossimi giorni.
AB sta per At Bats, o turni di battuta. PA sta per Plate Appearances, o apparizioni al piatto. Le PA includono tutte le volte che un giocatore si presenta nel box di battuta e non escludono niente. Gli AB invece sono solo un sottoinsieme, per definizione. Gli AB per esempio non includono le basi su ball, i colpiti o i sacrifici, per fare degli esempi. Naturalmente questa definizione restrittiva impedisce che un’analisi della qualità offensiva di un giocatore sia completa ed esauriente come sarebbe necessario. Ma perché esiste questa distinzione?
Henry Chadwick è stato un influente giornalista del 19° secolo, ed anche l’inventore del box score, ossia del “tabellino” ancora in uso oggi, con variazioni minime o nulle. Per Chadwick le basi su ball (così come i colpiti) erano da considerarsi errori del lanciatore e non un “merito” dei battitori, quindi questo lo ha indotto a creare il sottoinsieme degli AB per escludere quei fattori dal box score. A loro volta non andavano incluse le decisioni tattiche come i sacrifici ordinati dai manager. Oggi sappiamo che ottenere basi su ball è una qualità (anche molto importante) dei battitori, ma le fondamenta del box score sono rimaste quelle di un tempo e gli AB hanno messo radici e sono diventati popolari.
Naturalmente per valutare le capacità offensive di un giocatore vanno inclusi tutti gli eventi offensivi da lui prodotti. Fare attenzione solo ad un sottoinsieme porterà inevitabilmente ad una visione limitata e questo è da tenere in mente quando si considerano le statistiche che vengono valutate, facendo attenzione a quale sia il denominatore (AB o PA) per capire quanto limitata possa essere quella statistica e che cosa voglia descrivere.
3 utenti hanno lasciato commenti su " AB e PA "
Abbonati al commento con l'rss o lascia un Trackbackgrazie mille.. sono sicuro che saranno molto utili tutte le tue spiegazioni. Come sempre del resto 😉
Un pensiero improvviso (e probabilmente sbagliato)…
A volte, anche un arrivo in base su errore è in parte merito del battitore/corridore. Se (per dire) il seconda base fa cadere la palla ma questa rimane a portata, una qualità del battitore come la velocità nell’uscire dal box e correre fino in fondo in prima può fare la differenza tra un’eliminazione comunque portata a termine e un “errore” assegnato al difensore.
Forse bisognerebbe tenere conto anche di questo (anche se ovviamente i casi sono molto più ridotti che non nel caso delle basi su ball.)
E questo pensiero me ne fa sorgere un altro: ai fini della UZR, una situazione come quella che ho descritto sopra (eliminazione in prima dopo “errore” nel prendere al volo una pallina) come viene valutata?
Hobbit, ci arriveremo ai ROE (Reached on Error). Ovviamente tempo al tempo 🙂
Per quanto riguarda l’UZR (e qualsiasi metrica difensiva), l’importante è che tu faccia l’out. Per questo sono affidabili solo nel lungo termine. Lo stesso vale per le statistiche offensive, d’altronde. A volte la prendi come Kinsler in gara 2, un pop up che cade. Ma se batti sempre pop up, andrai quasi sempre out, quindi nel lungo termine il “bluff” viene scoperto.